Ingredienti per 5/6persone:
Per il ripieno:
- 2 uova
- formaggio stravecchio
- pane gratuggiato
- uva sultanina q.b
- spinaci selvatici
- sale q.b
Per l’impasto:
- 600 g di patate
- farina
- 2 uova
- sale q.b
(2 kg di patate sono circa 60 cjalcune)
Condimento:
- burro e salvia
- cannella a piacere
- formaggio stravecchio o grana a piacere
Preparazione:
- pelare le patate, tagliarle a pezzi e cuocerle per 25 minuti
- scolare e schiacciare il tutto, lasciare raffreddare leggermente
Procedimento:
- aggiungere la farina, le uova e un po’di sale
- prepare un impasto omogeneo e con un mattarello abbassare la pasta a 2-3 mm
- con l’aiuto di un bicchiere ovale formare dei dischetti di impasto
Di seguito riportato il link della procedura:
https://www.youtube.com/watch?v=PdMC_sZ8WAE
- preparare il ripieno mescolando gli spinaci, l’uva, le uova, il pane gratuggiato, formaggio stravecchio e un po’ di sale
- amalgamare bene il tutto
- in una pentola mettere a bollire l’acqua
- prendere i dischetti di impasto e con un cucchiaino mettere al centro un piccolo quantitativo di ripieno, facendo attenzione non esagerare,altrimenti non si chiudono
- richiudere le cijalciune a forma di triangolo creando una leggera pressione in modo da chiuderli bene
Di seguito riportato il link della procedura:
https://www.youtube.com/watch?v=tY2Qo4mPbuY
- quando l’acqua bolle, salarla e versare le cijalciune al suo interno
- nel frattempo in una padellina mettere a rosolare il burro; quando inizia a prendere colore aggiungere qualche foglia di salvia e lasciare rosolare fino a quando non avrà preso un bel color nocciola;
- cuocere le cijalciune per circa 5 minuti e quando verranno a galla scolarli con uno scolino forato;
- adagiarli sul piatto, grattuggiare sopra il formaggio grana o stravecchio, aggiungere cannella a piacere e poi cospargerli col burro rosolato.
- Servire caldi.
Buon appetito!
La ricetta è stata realizzata presso l’osteria “Alla Speranza” a S. Giorgio di Resia
Da sapere:
Per la preparazione utilizzare esclusivamente patate vecchie che contengono poca acqua, altrimenti non si riesce a produrre l’impasto;
nella ricetta originale non mettevano le patate nell’impasto esterno ma gli ingredienti erano: farina, acqua e sale;
per il ripieno usavano: uova, formaggio stravecchio, farina di polenta, spinaci selvatici e uvetta oppure le noci, ognuno metteva quello che aveva a casa.
Testimonianza dal passato…articolo tratto dal settimanale Il Friuli (11 luglio 2006):
A ricordare le tradizioni del passato, ci pensa la memoria della locale storia culinaria, cioè la signora Clara Forabosco. “Un tempo era abitudine preparare i cjalcune in occasione della ricorrenza di San Rocco, che cade il giorno successivo al 15 di agosto – spiega – infatti il detto tradotto dalla lingua resiana è che “per San Rocco, ogni donna cuoce il suo gnocco”. […] “L’ingrediente antico, quello utilizzato da mia nonna per la preparazione del ripieno, era una erba spontanea che cresceva nell’orto – rivela la signora Forabosco – una sorta di spinacio selvatico che oggi, però, si trova soltanto in qualche prato d’alta quota e che pochi anziani sanno ancora riconoscere. Per la preparazione ‘moderna’ si fa ricorso alla bleda”. Infatti, la particolarità dei cjalcune resiani, a differenza di altri cjarsons carnici, è nel ripieno con germogli e foglie. “Assieme alla bleda, nel ripieno, si mette l’uvetta, tanto formaggio stagionato gratuggiato, noce moscata e cannella – continua – per legare assieme, se si vuole, si aggiunge anche un uovo. Poi, ci sono le varianti a seconda dei paesi. Infatti, a Prato si usa aggiungere anche del pan grattato, mentre a San Giorgio nel ripieno mettono anche farina per polenta e tritano del radicchio”. Tratto comune, comunque, è la pasta, fatta sulla base di patate, come gli gnocchi. A rendere riconoscibile alla semplice vista le cjalcune resiane è, però, la forma. Infatti, soltanto questo piatto ha la forma a tre punte. Una volta rapidamente lessati, prima di essere serviti a tavola, vanno conditi con burro fuso e nuovamente formaggio grattugiato e cannella. “…
..é un piatto tutt’oggi preparato per le grandi feste, come Natale, Pasqua, i matrimoni, i battesemi…